Mi chiamo Francesco Marino, vivo a Caprara (PE). La mia storia risale a qualche anno fa. Era la notte del 23 giugno 1971, avevo 4 anni e dormivo in camera dei miei genitori, mi svegliai di colpo e vidi un frate, immerso in una luce che lo avvolgeva dai capelli fino a fine mantello. Io mi impaurii e rimasi rigido, ma lui subito mi rassicurò dicendomi di non dover temere. “Come ti chiami, Francesco?”, mi chiese. Io gli dissi di sì e mentre mi sentivo felice e rassicurato dal suo viso sorridente, mi disse: “Anch’io mi chiamo Francesco” e aggiunse: “Domani ti succederà una disgrazia, tu cosa desideri, vivere o morire?”. “Voglio vivere!”, gli risposi subito. “Va bene, ci penso io”, mi rispose, e poi scomparve.
Quella notte non ripresi più sonno. Attesi il risveglio dei miei genitori e di nonna e raccontai loro quanto accaduto. Tutti risero un po’ e mi dissero che si trattava solo di un sogno, ma io insistevo, era venuto davvero quel frate bello vestito di nero, con uno stemma sul lato della tunica.
Ci pensai per tutto il giorno, almeno per quanto mi ricordi. Ogni tanto salivo sopra, per vedere se appariva di nuovo, ma niente. Quel giorno andai con mamma a fare la spesa e il negoziante mi regalò una penna e un piccolo blocchetto, io ero contento fino alla luna. Poi, tornando a casa, mi staccai da mia mamma, contento del regalo ricevuto e con una grande voglia di mostrarlo a mia nonna. Ma nella corsa verso casa incontrai una signora che stava uscendo con una pentola di acqua bollente, le andai contro e l’acqua bollente mi cadde addosso. Scivolai per circa 5 metri sulla breccia che mi entrò in tutto il corpo.
Mia mamma corse subito gridando, mentre un altro signore mi portò in ospedale con la sua Seicento. I medici e gli infermieri si misero le mani tra i capelli gridando: “Chi ha fatto questo macello? Questo bambino è già morto! Cosa possiamo fare?” Io sentivo tutto, ma ricordavo quanto mi aveva detto il frate e non mi preoccupavo, anche se provavo un dolore che non mi dava pace. Rimasi in ospedale per quasi quattro mesi e poi per circa un anno feci controlli periodici. Ma, grazie all’aiuto di san Gabriele, riuscii a guarire completamente.
Io da anni frequento il suo santuario e, per ringraziarlo, un giorno ho acquistato la statua grande del santo, riportandola a casa e posizionandola nel punto esatto in cui mi apparve. Lo amo tantissimo, ringrazio Dio e la Madonna per avermelo mandato ed avermelo fatto conoscere.