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UNA “CURA” SILENZIOSA E COSTANTE

TRAMITE IL SERVIZIO PER GLI INTERVENTI CARITATIVI PER LO SVILUPPO DEI POPOLI E GRAZIE AI FONDI DELL’8XMILLE DAL 1991 SONO STATI FINANZIATI 107 PROGETTI VOLTI A CONTRASTARE IL DEGRADO AMBIENTALE, IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E A SALVAGUARDIA DELLE RICCHEZZE NATURALI E TUTELA DEGLI ECOSISTEMI IN 31 PAESI, PER UN TOTALE DI OLTRE 11,5 MILIONI DI EURO

La Terra ha la febbre. Ce lo dice papa Francesco, quando alla vigilia della Giornata mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, celebrata lo scorso 1° settembre quest’anno ha come tema Spera e agisci con il creato con la quale, a sua volta, ha inaugurato il Tempo del Creato fino al 4 ottobre – ci ha ricordato che il Pianeta è malato. Francesco si chiede innanzitutto, di fronte alle evidenze, se l’umanità non sia diventata sorda, anestetizzata. “Se misuriamo la temperatura del pianeta, ci dirà che la Terra ha la febbre. E si sente male, come qualsiasi malato. Ma noi ascoltiamo questo dolore? Ascoltiamo il dolore dei milioni di vittime dei disastri ambientali? Coloro che soffrono maggiormente le conseguenze di questi disastri sono i poveri, coloro che sono costretti a lasciare la propria casa a causa di inondazioni, ondate di calore o siccità”.

Servono risposte urgenti. “Affrontare le crisi ambientali causate dall’uomo, come la crisi climatica, l’inquinamento o la perdita di biodiversità, richiede risposte non solo ecologiche, ma anche sociali, economiche e politiche. Dobbiamo impegnarci nella lotta contro la povertà e nella protezione della natura, cambiando le nostre abitudini personali e quelle della nostra comunità”.

Numerosi sono i campanelli di allarme: si stima che entro il 2050 il cambiamento climatico incontrollato costringerà oltre 200 milioni di persone a migrare all’interno dei propri Paesi e spingerà 130 milioni di persone nella povertà.

Sostenere la rinascita di questo nostro Pianeta contribuendo, come chiede papa Francesco, a “passare dall’arroganza di chi vuole dominare sugli altri e sulla natura, ridotta a oggetto da manipolare, all’umiltà di chi si prende cura degli altri e del Creato”, è compito anche e soprattutto della Chiesa italiana. Tramite il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli e grazie ai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, si può vedere il lavoro fatto. Spesso un lavoro silenzioso, al riparo dalle news eclatanti, che però le comunità ecclesiali svolgono con rigore e passione.

Veniamo ai dati. Dal 1991 sono stati finanziati 107 progetti volti a contrastare il degrado ambientale, il cambiamento climatico e a salvaguardia delle ricchezze naturali e tutela degli ecosistemi in 31 Paesi, per un totale di oltre 11,5 milioni di euro. Dati che mirano a un lavoro “sinfonico” e “armonico” per la riduzione delle emissioni, l’educazione degli stili di vita, i finanziamenti innovativi e l’uso di soluzioni collaudate basate sulla natura.

Il cambiamento climatico minaccia l’acqua, l’aria, il cibo e i sistemi energetici, ma anche la salute pubblica. Sono oltre tre miliardi e mezzo coloro che vivono in regioni altamente sensibili alle devastazioni provocate dalla crisi ambientale, che provoca anche migrazioni forzate delle famiglie, con milioni di persone che perdono la vita in viaggi disperati. I 46 Paesi meno sviluppati – per lo più africani – rappresentano solo l’1% delle emissioni globali di CO2, mentre le nazioni del G20 sono responsabili dell’80% di queste emissioni. Si tratta di sfide che accrescono disparità e disuguaglianze: il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, il degrado ambientale.

Proprio per questo occorrono cooperazione e solidarietà globale, come quella raccontata da monsignor Fulgence Muteba, arcivescovo di Lubumbashi e presidente della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo. “Le priorità – dice – ruotano attorno all’educazione ambientale, all’operazione Wangarii Maathai consistente nella piantumazione di alberi, al supporto ad azioni di conversione ecologica, alla promozione della saggezza ecologica già presente nella cultura tradizionale, alle iniziative di sanificazione ambientale e gestione responsabile dei rifiuti”. Grazie a un progetto sostenuto dalla Cei è stato possibile formare donne e giovani e avviare 24 imprese agro-ecologiche per il riciclo, lo smaltimento e la trasformazione dei rifiuti organici utilizzati nelle colture domestiche per migliorare il rendimento agricolo di orti e campi. Altri progetti, con i fondi 8xmille, hanno consentito a cooperative locali nel Nord- Est del Brasile di rafforzare reti formative innovative per l’agricoltura comunitaria e le filiere alimentari. Nello specifico, il progetto sulle filiere alimentari ha contribuito alla formazione di un centinaio di giovani e al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione rurale di Santa Luzia e Limoeiro do Norte tramite il rafforzamento delle proposte formative in ambito agro-zootecnico e la creazione di una rete di collaborazione tra entità formative brasiliane diverse.

Fatti e cultura. Un buon sussidio che la Cei, attraverso l’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo e l’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, ha messo a disposizione di tutti per accompagnare e animare il Tempo del Creato 2024, si chiama appunto Spera e agisci con il creato con focus, video e materiali per la liturgia. Pensato per le diocesi, le parrocchie, le associazioni, gli istituti religiosi, i gruppi, il sussidio vuole contribuire all’approfondimento del Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, che si è celebrata lo scorso 1° settembre ma con un’attenzione che dura tutto l’anno.

Saperne di più, anche a livello di didattica, è già iniziare il cambiamento.