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UN ANNO SPECIALE DI GRAZIA

Giubileo 2025

Si aprirà a Roma il prossimo 24 dicembre con la celebrazione eucaristica presieduta da papa Francesco, in Piazza San Pietro. A seguire si compirà il rito di Apertura della Porta Santa

“Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata, e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante. Il prossimo Giubileo potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza. Per questo ho scelto il motto Pellegrini di speranza. Tutto ciò però sarà possibile se saremo capaci di recuperare il senso di fraternità universale, se non chiuderemo gli occhi davanti al dramma della povertà dilagante che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani”. Nella Lettera di papa Francesco per il Giubileo 2025 indirizzata a monsignor Rino Fisichella, presidente del pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione, c’è tutto il senso di questo Giubileo che andiamo a celebrare nel prossimo anno.

Il Giubileo ha sempre rappresentato nella vita della Chiesa un evento di grande rilevanza spirituale, ecclesiale e sociale. Uno speciale anno di grazia per tutta la cristianità, caratterizzato dal perdono dei peccati e, in particolare, dall’indulgenza.

Che cos’è il Giubileo

Presso gli antichi Ebrei, il Giubileo (detto anno del yōbēl, “del capro”, perché la festività era annunciata dal suono di un corno di capro) era un anno dichiarato santo. In questo periodo la legge mosaica prescriveva che la terra, di cui Dio era l’unico padrone, facesse ritorno all’antico proprietario e gli schiavi riavessero la libertà. Cadeva solitamente ogni 50 anni.

Dopo il primo Giubileo nel 1300, le scadenze furono fissate da Bonifacio VIII ogni 100 anni. In seguito, con papa Clemente VI (1342), il periodo fu ridotto a 50 anni.

L’ultimo a celebrare un Giubileo cinquantennale fu papa Niccolò V nel 1450. Paolo II portò il Giubileo a 25 anni, e nel 1475 un nuovo Anno Santo fu celebrato da Sisto IV. Da allora i Giubilei ordinari si svolsero con periodicità costante, tranne durante le guerre napoleoniche (per le news più aggiornate riguardo il Giubileo, fare riferimento al sito www.iubilaeum2025.va/it).

Partecipando all’Anno Santo si vive l’indulgenza plenaria.

I Giubilei nella storia

Tra gli ultimi Giubilei ricordiamo senza dubbio quello del 2015. Con la bolla Misericordiae Vultus dell’11 aprile 2015, papa Francesco dichiarava il Giubileo per il 50° anniversario della fine del Concilio Vaticano II, dedicandolo alla misericordia. Prima dell’apertura ufficiale, come segno della vicinanza della Chiesa alla Repubblica Centrafricana, colpita dalla guerra civile, papa Francesco il 29 novembre aprì la porta santa della Cattedrale di Notre-Dame di Bangui, in occasione del suo viaggio apostolico in Africa, anticipando l’inizio del Giubileo straordinario. La porta santa della Basilica di San Pietro in Vaticano fu aperta l’8 dicembre 2015, festa dell’Immacolata. Per la prima volta, la “porta della misericordia” veniva aperta nelle cattedrali del mondo, nei santuari, negli ospedali e nelle carceri.

Giovanni Paolo II indisse il Giubileo nel 2000 con la bolla Incarnationis Mysterium. Per tutto l’anno Giovanni Paolo II compì diversi pellegrinaggi e gesti simbolici, tra cui la richiesta di perdono per i peccati commessi nella storia e il Martirologio dei cristiani uccisi nel XX secolo. Uno degli eventi principali del Giubileo fu lo svolgimento della Giornata Mondiale della Gioventù a Roma. Il Papa fece inoltre un pellegrinaggio in Terra Santa, incoraggiando il dialogo fra Chiesa cattolica, Islam ed ebraismo.

Paolo VI decise che l’Anno Santo del 1975 fosse dedicato alla riconciliazione. Lo indisse con la bolla Apostolorum Limina. Fu il primo Giubileo a essere trasmesso in mondovisione e vide la celebrazione della fine delle scomuniche con la Chiesa di Bisanzio e la partecipazione del Patriarca di Alessandria, Melitone.

Andando indietro nel tempo, particolare anche l’indizione dell’Anno Santo del 1950 a opera di Pio XII. In occasione delle celebrazioni per il Giubileo papa Pio XII proclamò il dogma della Assunzione della Beata Vergine Maria in cielo.

In quello del 1625, indetto da Urbano VIII con la bolla Omnes Gentes, il Papa concesse di ottenere l’indulgenza giubilare anche a quanti non avevano la possibilità di recarsi a Roma, compresi i carcerati e gli ammalati.

Davvero importante il Giubileo del 1575, indetto da Gregorio XIII con la bolla Dominus ac Redemptor. Celebrato dopo la tempesta della crisi protestante, fu un’ottima occasione per Gregorio XIII per rinnovare la cattolicità nella linea delle decisioni del Concilio di Trento. Abolì per quell’anno le spese per i festeggiamenti del carnevale, destinando il tutto all’ospedale dei Pellegrini curato da Filippo Neri.

Fino ad arrivare al primo Giubileo della storia. Correva l’anno 1300. Con la bolla Antiquorum habet, Bonifacio VIII proclamò il 1300 anno giubilare, sottolineando che ai romani che avrebbero visitato entro l’anno per trenta volte le basiliche di San Pietro e di San Paolo sarebbe stata concessa un’indulgenza plenaria, mentre per i pellegrini che sarebbero giunti da fuori Roma sarebbero state sufficienti quindici visite.

Le norme per l’indulgenza primaria

La Penitenzieria Apostolica ha diffuso le norme per la concessione dell’indulgenza plenaria nel Giubileo 2025. Potranno ricevere l’indulgenza i fedeli “veramente pentiti”, “mossi da spirito di carità”, “che, nel corso del Giubileo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione – si legge nel testo – pregheranno secondo le intenzioni del sommo pontefice”. I fedeli potranno ottenere l’indulgenza intraprendendo un pellegrinaggio verso qualsiasi luogo sacro giubilare, verso almeno una delle quattro basiliche papali maggiori di Roma, in Terra Santa o in altre circoscrizioni ecclesiastiche, e prendendo parte a un momento di preghiera, celebrazione o riconciliazione. Altre modalità sono le “opere di misericordia e di penitenza, con le quali si testimonia la conversione intrapresa” e la visita “ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili… )”.

Porta Santa

Dal punto di vista simbolico, la Porta Santa assume un significato particolare: è il segno più caratteristico, perché la meta è poterla varcare. La sua apertura da parte del Papa costituisce l’inizio ufficiale dell’Anno Santo. Originariamente, vi era un’unica porta, presso la Basilica di San Giovanni in Laterano, che è la cattedrale del vescovo di Roma. Per permettere ai numerosi pellegrini di compiere il gesto, anche le altre Basiliche romane hanno offerto questa possibilità.

Nel passare questa soglia, il pellegrino si ricorda del testo del capitolo 10 del Vangelo secondo Giovanni: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo”. Il gesto esprime la decisione di seguire e di lasciarsi guidare da Gesù, che è il Buon Pastore.

A Roma questa esperienza diventa carica di uno speciale significato, per il rimando alla memoria di san Pietro e di san Paolo, apostoli che hanno fondato e formato la comunità cristiana di Roma e che con i loro insegnamenti e il loro esempio sono riferimento per la Chiesa universale.

La Bolla Papale

La tradizione vuole che ogni Giubileo venga proclamato tramite la pubblicazione di una Bolla Papale d’Indizione. Per “Bolla” si intende un documento ufficiale, generalmente scritto in latino, con il sigillo del Papa, la forma del quale dà nome al documento stesso. Ogni Bolla è identificata dalle sue parole iniziali. La Bolla di indizione del Giubileo, in cui si indicano le date dell’inizio e del termine dell’Anno Santo, viene emanata di solito l’anno precedente, in coincidenza con la Solennità dell’Ascensione. Per il Giubileo del 2025, papa Francesco ha letto la bolla Spes non confundit, durante la cerimonia di consegna nell’atrio della Basilica di San Pietro in Vaticano, il 9 maggio 2024.

Box

Preghiera del Giubileo

Padre che sei nei cieli,

la fede che ci hai donato nel

tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello,

e la fiamma di carità

effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo,

ridestino in noi, la beata speranza

per l’avvento del tuo Regno.

La tua grazia ci trasformi

in coltivatori operosi dei semi evangelici

che lievitino l’umanità e il cosmo,

nell’attesa fiduciosa

dei cieli nuovi e della terra nuova,

quando vinte le potenze del Male,

si manifesterà per sempre la tua gloria.

La grazia del Giubileo

ravvivi in noi Pellegrini di Speranza,

l’anelito verso i beni celesti

e riversi sul mondo intero

la gioia e la pace

del nostro Redentore.

A te Dio benedetto in eterno

sia lode e gloria nei secoli.

Amen