Ci sono giorni in cui mi sveglio e non mi riconosco più. Mi sento frastornato, confuso come uno che d’improvviso si ritrovi in terre sconosciute, tutti i riferimenti saltati, le corde che ti tenevano avvinto alla parete sembrano che si sciolgano e sotto c’è uno strapiombo di mille metri e allora ti guardi attorno per trovare un appiglio ma gli appigli non ci sono. E anche la bussola che prima ti guidava sembra impazzita.
Forse è l’età, dici a te stesso, come un improvviso mancamento che ti annebbia la vista. Forse vaneggi. Forse non ti sei saputo adeguare velocemente al vento che tira, sei rimasto indietro, sei l’ultimo della cordata e cerchi disperatamente un cartello che ti indichi la via. E allora provi a razionalizzare, a capire perché la testa giri.
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