A dispetto del tanto parlare dei rischi che l’uso dei social fa correre ai giovani, in Australia sono passati ai fatti e il Parlamento ha approvato un disegno di legge che vieta l’accesso ai social media ai minori di 16 anni. La legge costringerà le società di social ad adottare “misure ragionevoli” per impedire agli adolescenti di avere account. Una petizione analoga è stata lanciata anche in Italia, con la proposta, al Governo, di impedire il possesso degli smartphone fino a 14 anni e l’iscrizione ai social fino a 16. I motivi principali sono due: il telefonino corre il rischio di risucchiare tutta l’attenzione dei ragazzi e impedisce loro di vivere la vita reale. Ma la questione è: proibire (e cioè imporre) o educare (e cioè aiutare i ragazzi a ragionare con la propria testa)?