All’Ill.mo Sig.re Proñe Col.mo
Il Sig.re Avv. Sante Possenti
Assessore Legale in Spoleto
Carissimo Padre
Morrovalle, 2 dicembre 1856
Ecco che mi accingo a rispondere alla vostra carissima del 30 passato ottobre nella quale,oltre all’informarmi del vostro buono stato di salute, mi facevate delle domande intorno alla mia situazione presente. Eccomi pronto ad acquietare i vostri desideri.
Riguardo al tenor di vita che io meno, è così bene ordinato, che vi confesso sinceramente che le 24 ore, di cui è composta la giornata, mi sembrano 24 brevi istanti che rapidamente succedonsi, e questo stesso per me è di grande conforto, conoscendo essere questa, non solo la vita a cui il Signore mi ha chiamato, ma bensì la religione stessa in cui Dio vuole che io passi i brevi miei giorni.
Riguardo allo studiare, non mi è permesso in alcun modo, ad eccezione di un’ora e mezza al giorno, il qual tempo poi si divide in un’ora di spiegazione di libri sacri e mezz’ora di lezione a memoria sopra gli stessi libri.
In quanto alla mia destinazione dopo, a Dio piacendo, la professione, non si sa né potrà sapersi se non negli ultimi giorni, a ragione degli studi e degli studenti; solo posso quasi assicurarvi essere cosa difficile che io qui rimanga.
Con vivo dispiacere intesi la morte dei due defunti che mi significavate, i quali insieme ai nostri non mancherò di raccomandare a Dio nelle mie deboli orazioni. Nessuno dei fratelli mi ha ancora scritto. Zio Cappuccino quando tornerà?
Auguro anticipatamente, come già cominciato l’Avvento, tanto a voi quanto ai fratelli e tutti di casa, felicissime e veramente benedette da Gesù Bambino e dalla sua immacolata madre Maria SS.ma, le prossime sante feste natalizie; e preghiamo veramente Colui che, col venire dalla destra del Padre, in cui risiedeva adorato da innumerabili angelici cori, in una vile e fredda spelonca tra due giumenti esposto ai vituperi e strapazzi delle sue creature, ci ha sottratti da un eterno inferno a cui eravamo irreparabilmente condannati, a volere con una santa comunione purificare i nostri cuori ed accenderli del suo divino amore.
Ottimo è il mio stato di salute, essendomi ingrassato di assai; piena di contenti è la mia vita: sto nella casa di Dio. Contro mio merito spero, sotto la protezione di Maria SS.ma ed ai piedi di Gesù appassionato, inviarmi nella via della perfezione; e che ho più a desiderare in questa valle di lacrime?
Ricevete i miei saluti, estensibili ai fratelli, Pacifica, ai Padri Filippini, Gesuiti, C. Sparvoli, P. Casanuova, cugino Pietruccio (il quale mi ha risposto), raccomandandomi alle loro orazioni e, promettendo di fare io stesso nelle mie indegne preci, vi domando la santa benedizione
e mi dico vostro aff.mo figlio
Confratel Gabriele dell’Addolorata
P.S. Ricevete i saluti dei miei ottimi Padri Maestro e Vice Maestro. Date i saluti al padre del Confratel Gismondi. Riguardo allo scrivere, state sicuro che di quando in quando non lascerò di scrivervi, e perciò non vogliate su tal proposito mettervi in apprensione.