Lettere

Lettera 16

All’Ill.mo Sig.re Proñe Col.mo
Il Signor Sante Possenti Spoleto

I.X.P.
Car.mo Padre

Morrovalle, 2 maggio 1858

Non ho risposto prima a ragione del decreto e procura che vi rimetto. Ho adempiuto a quanto da me richiedevate. Mi domandavate un consiglio riguardo al vostro stabilimento in qualche città. Che ho a dirvi? Io non vi vedo alcunché in contrario sulla vostra proposta di domiciliarvi in Roma, molto più che ivi tutti e tre i fratelli possono sotto i vostri occhi esercitare i loro uffici. Ma voi poi dovete esaminare se tale aria vi si affà, tanto più che nell’estate potete portarvi in qualche luogo circonvicino per sfuggire i calori di Roma.

Riguardo allo stato di Vincenzo né voi mi avete richiesto consiglio, né io oso darvene.Solo vi prego e scongiuro a non riguardare tanto i guadagni terreni quanto quelli dell’anima, poiché “che cosa giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua anima?

Una sola è la cosa di cui c’è bisogno” (Mt 16,26; Lc 10,42). Gesù Cristo stesso ce lo avvisa, e però vi raccomando che sia un’arte onesta, e non tale che vi possa correre pericolo l’anima.

Padre mio, se io non scrivessi a voi, potrei tralasciare siffatte cose; ma poiché dopo la salute dell’anima mia, bramo, chiedo la vostra, e quella dei miei congiunti, perciò col cuore sulle labbra vi raccomando non permettete che alcuno dei fratelli si porti a teatri, e conversazioni; e non valga la scusa di un poco di divertimento, non vi è alcun male, son persone buone; no, papà mio, anche io ho inteso in casa tali parole, e pure Dio sa quanto tali cose mi sono state fatali. No, lo ripeto; no, per carità, che oggi non vi è più da ammettersi una tale scusa. È possibile che i fratelli, giacché siamo nel mese mariano, non vorranno fare un tale fioretto a Maria?

Se partite, vi raccomando l’immagine di Maria SS.ma addolorata; onoratela più che potete, e non dubitate che ne proverete i benigni soccorsi. Io sto troppo bene. Forse nella corrente stagione ci porteremo a Pievetorina. Ricevete i saluti dei miei superiori. E di vero cuore mi dico

vostro aff.mo figlio
Conf. Gabriele di Maria Addolorata

P.S. L’importo sta al margine dell’uno e dell’altra.