Lettere

Lettera 12

All’Ill.mo Sig.re Proñe Col.mo
Il Signor Avv. Sante Possenti
Assessore in
Spoleto

Car.mo Padre

Morrovalle, 15 novembre 1857

Perdonatemi, o premuroso padre, se vi dico essere mal fondato il vostro timore riguardo alla mia salute, primieramente perché così bene come sto da che misi piede in questo sacro ritiro non vi sono mai stato in tutto il tempo della mia vita; secondariamente perché mi ricordo avervi io scritto che, non vedendo mie lettere, dovevate pensare sempre bene intorno alla mia salute. Da ciò potete comprendere qual sia il mio stato.

Prima che passi innanzi, vi dirò, da parte del mio P. Maestro, che, riguardo a quell’uomo che vi si presentò in casa sotto nome di ortolano di questo ritiro, non è vero affatto che egli sia stato né l’ortolano di questo, né del ritiro vicino a questo; e però vi serva di regola, imperocché non vorrei che sotto un tal mentito nome abbiano a commetter qualche impulitezza, non essendo questa la prima volta che succedono simili casi.

Riguardo allo studio, vi dirò che presentemente, e forse tutto l’inverno, lo passeremo qui fino a tanto che non vengano nuovi novizi; e che, in quanto all’esser stabiliti altrove, si vocifera che sia Pievetorina sotto Camerino. Lo studio presente versa sull’esercizio della latinità.

Godo delle notizie che mi date di tutti e quattro i fratelli. Salutatemeli cordialmente quando loro scriverete. Ricordate ai medesimi il fine a cui devono tendere, massime con i loro studi e non vi sia disaggradevole il ricordare loro da mia parte con parole veramente da padre, quale sempre avete fatto, una ferma e stabile devozione ai dolori di Maria SS.ma addolorata, di modo che bramino piuttosto perdere qualsiasi cosa che andare la sera a letto senza avere ossequiato con un qualche ossequio sì benigna e misericordiosa Madre.

O papà mio, adesso sì che, leggendosi da noi ogni giorno nell’ufficio od altro tempo qualche vita di santo, mi accorgo che tanti e tanti con una di queste devozioni, benché tiepidi e indegni, si sono guadagnati il cuore di quest’amorosa Regina (facile a darlo a chi glielo chiede), ed in tal modo son giunti ad essere santi. Quanti con 7 Ave Maria, con uno Stabat Mater, con una coroncina, un officiolo od altro, sono stati cavati perfino dalle mani del diavolo.

Oh, se avessi tempo!… non crediate già che ciò dica o per una qualche velleità od altro fine, ma soltanto premuroso della nostra comune salute.

Ricordate poi a Vincenzo in modo particolare che per carità non si accompagni con nessuno, ancorché compagno di scuola, se non sia veramente uno specchio, e non vi contentate, o papà mio, di fare come facevate con me di raccomandarlo, forse ogni giorno; ma prendete misure, fate passi, caro padre: non teatri, non conversazioni, sotto qualunque pretesto, imperocché sono, è vero, ben persuaso che non sono tutti come sono io, ma, oh Dio, quanti sospiri mi fanno dare tali cose! e posso dirvi sinceramente che, da che io cominciai a frequentare tali luoghi, non più studiavo, ero pieno di raggiri. Ed oh! in quali abissi sarei sicuramente andato a cadere se Maria, benigna anche con chi non l’invoca, nell’ottavario della sua assunzione non accorreva. Non vi fate smuovere, o papà mio, per quanto amate la salute dei vostri figli, sotto qualunque pretesto.

L’altra cosa, che io piango e sospiro, si è quei libri, maledetti romanzi; non li avessi mai letti; sembravano innocenti, ed erano tanti diavoli.

Maria certamente mi ha ispirato queste poche righe; mi arrossisco a scriverle, è vero. Affezionato padre, perdonatemi, non spettava a me ciò. Perdonatemi, Iddio così ha voluto. Spero non mi sarà negato farla a voi giungere. Non dubitate che non tralascerò giammai di raccomandare sia voi che i fratelli, Pacifica, tutti quei che si ricordano di me nelle loro orazioni. Salutatemi tutti. Fate fare qualche orazione per me. Vi ringrazio per quanto avete fatto col P. Guardiano di Monte Luco. Domani si celebra la festa del nostro Fondatore. Spero il Signore e Maria SS.ma vorranno esaudire le mie deboli preghiere. Vi chiedo la santa benedizione e mi dico

vostro aff.mo figlio
Conf. Gabriele di Maria SS.ma Addolorata

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