Cari amici e lettori, iniziamo un nuovo percorso per esplorare insieme la Passione di Cristo. Ci poniamo due domande fondamentali: chi ha ucciso Gesù e perché? Questi interrogativi ci guideranno attraverso diverse prospettive: esegesi, storia e testimonianze. Le risposte ruotano attorno ai quattro racconti evangelici della Passione che ci spingono a ricordare come: “Il Figlio di Dio è stato crocifisso; non vergognatevi di confessarlo. Al contrario, lasciate che la croce sia il vostro orgoglio e la vostra gloria” (San Gregorio Nazianzeno).
Gli studiosi affermano che i Vangeli sono le uniche biografie di Gesù che si possano scrivere e che superano brillantemente i loro commentatori. Sebbene siano testi sacri, non sono uniformi come una costruzione ideologica. Al contrario, contengono contraddizioni su punti secondari, offrendo così quattro punti di vista distinti ma complementari su una stessa realtà.
Il linguaggio cristiano, pur rispettando le esigenze della ragione, non si impone come un teorema. Questo ci invita a considerare i Vangeli non come una narrazione monolitica, ma come una raccolta di testimonianze che, pur nella loro diversità, convergono verso un’unica verità: la Passione di Cristo.
Esploreremo chi ha ucciso Gesù e perché, analizzando le implicazioni storiche, teologiche e umane. Attraverso l’esegesi, capiremo i testi evangelici; con la storia, il contesto politico e sociale dell’epoca; e con le testimonianze, ascolteremo chi ha vissuto e tramandato questi eventi. Vi invitiamo così a unirvi a noi in questo viaggio di scoperta e riflessione, con la mente aperta e il cuore disposto ad accogliere le molteplici sfaccettature della verità sulla Passione di Cristo.
Esamineremo le interpretazioni di questo evento, basandoci in particolare sullo stato più recente delle ricerche. Queste interpretazioni variano a seconda degli studiosi, ma tutte concordano su un punto: nessuna responsabilità collettiva pesa sul popolo d’Israele. Anche se i suoi capi hanno agito, l’hanno fatto senza sapere (At 3,17). Questo punto è postulato dalla fede cristiana, anche se ha atteso il Vaticano II per essere esplicitato.
La nostra inchiesta si divide in tre parti. La prima s’interroga sul perché: perché è stato ucciso Gesù e chi si è sentito obbligato a farlo? Procederemo a una ricognizione storica, sociale, economica, spirituale e morale della situazione d’Israele nei primi trent’anni del I secolo.
La seconda parte si focalizza sui protagonisti del dramma della Settimana Santa: chi sono Gesù, i farisei, Caifa, i notabili del sinedrio, Erode Antipa, Ponzio Pilato?
La terza parte è dedicata alla Passione propriamente detta, dall’ultima cena alla tomba. Deriva dalla prima parte e non può essere compresa senza di essa. Non ci accaniremo contro nessuno dei protagonisti, ma constateremo, documenti alla mano, che tutti hanno agito in perfetta buona fede.
Gerusalemme, città santa sui monti della Giudea, è caratterizzata da pietre color sabbia e avorio. Durante la settimana della Passione, la luna sarà piena e il sabato coinciderà con la Pasqua, una rara congiunzione che si verificò solo l’8 aprile del 30 e il 4 aprile del 33. Siamo nel mese di nisan (marzo-aprile), primo mese dell’anno religioso e lunare dopo l’equinozio. La stagione delle piogge, iniziata in autunno, termina dolcemente; ricordiamo, per concludere, come in aprile, il clima a Gerusalemme è mite, con temperature tra gli 11 e i 20 gradi, dieci giorni di sole e tre di pioggia in media.
Maurizio Buioni (dottore in Teologia e Filosofia, a lungo professore in Terra Santa)