miracoli

Invertire una crisi globale

I gruppi socialmente vulnerabili sono più colpiti perché hanno meno accesso all’educazione e a corrette informazioni su stili di vita e salute. Inoltre i cibi più economici hanno minore qualità nutrizionale ed elevata densità energetica

Torna, il prossimo 4 marzo, l’appuntamento con il World Obesity Day, istituito nel 2015 dalla Federazione Internazionale per l’Obesità (IFO). Un evento davvero unico che coinvolge università, organizzazioni scientifiche, associazioni e individui, con l’obiettivo ambizioso di invertire la crisi globale dell’obesità. Lo scopo è quello di aumentare la consapevolezza, sia tra il pubblico che presso le istituzioni, sull’obesità e i suoi gravi impatti sulla salute, promuovendo la prevenzione e contrastando discriminazioni, pregiudizi e l’uso di un linguaggio stereotipato o stigmatizzante verso chi vive con questa condizione.

L’obesità continua ad essere una delle patologie più fraintese e sottovalutate, tanto che ancora oggi viene raramente riconosciuta come una malattia cronica influenzata da fattori biologici, genetici, ambientali e legati alla salute psicofisica. A livello globale, circa un miliardo di persone convive con l’obesità, una cifra destinata a raddoppiare entro il 2035, quando quasi un individuo su quattro ne sarà colpito. In Italia, secondo l’Italian Barometer Obesity Report 2024, si contano 6 milioni di persone obese, pari al 12% della popolazione adulta.

Oltre 25 milioni di italiani, pari al 46% della popolazione, sono in sovrappeso, di cui il 26,3% sono bambini e adolescenti (circa 2,2 milioni tra i 3 e i 17 anni), con punte del 31,9% nel Sud Italia. Questo rappresenta la più grave “epidemia non infettiva” del terzo millennio, tanto che nel 2000 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha coniato il termine “Globesity”. In Italia, sebbene l’obesità sia stata riconosciuta come malattia cronica dal Parlamento, restano ancora numerose le problematiche irrisolte.

Più che mai, dunque, occorre educare il pubblico in merito all’allarmante diffusione dell’obesità e sull’importanza della prevenzione, ponendo l’accento sul ruolo cruciale di una corretta informazione e di uno stile di vita sano. Nessun Paese, fino ad oggi, ha infatti invertito la sua epidemia di obesità, anche se si stanno registrando alcuni segnali di cambiamento positivo che derivano, principalmente, da un appiattimento della prevalenza dell’obesità dell’infanzia. Tuttavia, anche dove ci sono stati progressi, si segnala un aumento delle disuguaglianze nella prevalenza dell’obesità. I gruppi socialmente vulnerabili sono, infatti, più colpiti dall’obesità perché hanno meno accesso all’educazione e a corrette informazioni su stili di vita e salute e vivono, di solito, in zone che non facilitano il trasporto attivo e lo svago; molto spesso, inoltre, i cibi più economici hanno minore qualità nutrizionale ed elevata densità energetica.

Il Piano Nazionale di Prevenzione (PNP) 2020-2025 (adottato con intesa Stato – Regioni il 6 agosto 2020) sottolinea che l’obesità incide profondamente sullo stato di salute, poiché si accompagna a importanti malattie quali il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica e altre condizioni morbose che in varia misura peggiorano la qualità di vita e ne riducono la durata. Considera, inoltre, l’obesità infantile come una delle più importanti sfide per le conseguenze che comporta, quali rischio di diabete di tipo 2, asma, problemi muscolo-scheletrici, futuri problemi cardiovascolari, problemi psicologici e sociali.