di Sally Rooney,
Traduzione di Norman Gobetti, Einaudi – pp. 416, euro 22
In Dove sei, mondo bello, a chi chiede di cosa parlino i libri di Alice, lei risponde semplicemente: “Di persone”. Quelli di Sally Rooney sono effettivamente romanzi di voci: comunicano attraverso i suoi personaggi. In Intermezzo, per la prima volta, i protagonisti sono uomini: Peter, avvocato trentenne che annaspa tra dipendenze e desideri contrastanti, e suo fratello Ivan, dieci anni più giovane, talento degli scacchi schivo e introverso. All’indomani della scomparsa del padre, le loro vite si aggrovigliano in un periodo di transizione – un intermezzo, appunto – in cui ciascuno fa i conti con la propria solitudine; la salvezza è affidata all’amore, ma è tremendamente complicato. Lo stile, al solito asciutto e minimalista, sfocia spesso nel flusso di coscienza, con un ritmo altalenante che ricorda a tratti quello dell’Ulisse di Joyce (spesso citato alla lettera). Nelle pagine più belle i pensieri non si distinguono dai dialoghi, che a loro volta non si distinguono dalla voce narrante. La forza di Rooney è nel dire con semplicità ciò che normalmente si fatica a tradurre in parole; perciò a chi volesse sapere di cosa parla il romanzo che ha spinto lettori e lettrici ad accamparsi fuori dalle librerie, si può rispondere come Alice: parla di persone.