Sono Nicola Zappavigna e abito a Torino. Voglio che tutti conoscano la mia incredibile storia. Nel giugno 2022 ebbi un infortunio sul lavoro, ero caduto senza riportare apparentemente traumi. Dopo alcuni giorni iniziai a sentirmi male e sulla mia gamba apparve una piccola pallina che sembrava una ciste. Di lì a poco iniziò il mio calvario, febbre altissima, convulsioni, dolori vari. Stavo sempre peggio, iniziai a girare tra medici e ospedali, ma ricevevo sempre pareri discordanti. Nessuno riusciva a capire il motivo della mia malattia. Arrivammo a fine luglio, quando ormai i medici erano pronti ad amputarmi la gamba. Dissero a mia moglie e a mio figlio che avrei perso la gamba e, probabilmente, anche la vita, senza sapere nemmeno perché! Ero spacciato, le mie condizioni erano veramente critiche.
Ero disteso sul letto, pronto al tragico destino che mi attendeva. Mia moglie Laura era disperata e proprio mentre si preparava al peggio, come per miracolo, arrivò Lui. Laura stava aprendo il portafoglio per prendere un euro per acquistare una bottiglietta d’acqua. Nell’aprirlo, cadde a terra una piccola immaginetta di san Gabriele, presa casualmente al santuario qualche anno prima, dove eravamo andati insieme ad alcuni amici di Teramo. Mai ci saremmo aspettati che questo giovane santo, a noi sconosciuto, potesse intervenire per salvarmi. Nel raccogliere la piccola immagine mia mogli rimase allibita, non si ricordava neanche della sua presenza e la cosa strana è che l’immaginetta non sarebbe dovuta cadere per come era posizionata tra altri documenti. Era come se il santo volesse dirci: “Eccomi, arrivo io a salvarvi!”.
Mia moglie, dopo averla raccolta, la pose sulla mia gamba, ormai in cancrena, e iniziammo a pregare. Era l’unica e l’ultima cosa che potevamo fare. E le nostre preghiere furono ascoltate, il miracolo arrivò, senza sapere come e perché. L’infezione regredì subito, lo stesso medico che la sera prima aveva allarmato la mia famiglia, nel raggiungere scioccato mia moglie, non trovò una spiegazione logica e scientifica, visto che la mia gamba, da rosso-viola, era tornata rosa. Soprattutto si era riusciti a scoprire la vera causa del mio male: un morso del ragno violino. Era stata proprio mia moglie, dopo aver pregato con l’immaginetta di san Gabriele, a dire al medico: “Sarà stato morso da qualche animale velenoso!”. E infatti gli accertamenti confermarono quella ipotesi. Era il veleno del ragno violino che si era sparso in tutto il mio corpo e mi stava portando alla morte. Grazie san Gabriele, non dimenticherò mai tutto questo, io e la mia famiglia ti saremo sempre grati.