La Cappella eretta in onore di San Gabriele dell’Addolorata (ideata per accogliere l’urna del santo) fu progettata dall’architetto Egisto Belletti di Cesena (FC); la prima pietra fu posta il 30 agosto 1914 e la Cappella fu terminata nel 1917, quando il pittore Nazareno Diotallevi di Roma ne decorò con vera maestria l’interno.
In elegante stile neogotico inglese “Coppedè”, la Cappella, a pianta ottagonale e cupola decorata, costituisce nel suo insieme un vero capolavoro di arte sacra per i temi svolti, per la straordinaria finezza di esecuzione e per la rara policromia del cemento che sembra sfidare i graniti. L’altare, in prezioso marmo policromo, venne offerto dalla Curia generale dei Passionisti, che donò i marmi rimasti dalla costruzione della cappella del fondatore dei Passionisti San Paolo della Croce, nella basilica dei santi Giovanni e Paolo al Celio in Roma; invece i rivestimenti e le colonne sono di graniglia policroma.
La cupola, anch’essa a pianta ottagonale, ha un diametro del cerchio interno inscritto sul suo piano d’imposta di circa 7 metri e si erge fino ad un’altezza di circa 12 metri dal piano di calpestio della Cappella, terminando con un lucernario sommitale, anch’esso a pianta ottagonale. La cupola è costituita da otto fusi costolonati che si innalzano verso il centro sommitale della volta sopra otto lunette ad arco acuto, poggianti sul piano d’imposta della cupola; ciascuna lunetta contiene un rosone in vetro finemente decorato del diametro di circa 1,12 metri, con mostra interna decorata a stucco. Sulle otto vele della cupola sono dipinte, su fondi azzurri stellati, figure di angeli con i simboli della passione, impreziosite con dorature e decori a finto mosaico.
Immediatamente al di sotto del davanzale che segna il piano d’imposta della cupola è presente un ordine ornamentale di colonnine tortili dipinte, con arcatelle a sesto acuto trilobate e tavole pittoriche in legno, nel numero di nove colonnine e otto arcatelle per ciascun lato della pianta ottagonale. Tale ordine ornamentale richiama l’architettura del primo ordine strutturale di quindici colonne con archi a sesto acuto trilobati che sostengono la cupola e delimitano perimetralmente l’area dell’altare che ha contenuto, fino al 1985, l’urna del Santo. Tra le colonne, una recinzione presbiteriale marmorea con inserti curvilinei che richiamano il lobo degli archi divide l’area del culto da un camminamento perimetrale riservato ai fedeli.
Il camminamento è delimitato superiormente da volte ad ogiva quadri-partite. Lungo tale camminamento, sul muro perimetrale esterno, sono presenti sei finestre monofore con arco a sesto acuto e vetrate decorate.
Una delle vetrate centrali è dedicata al fondatore dei passionisti San Paolo della croce, l’altra a San Gabriele dell’Addolorata.
Sui rimanenti lati del muro perimetrale esterno della Cappella sono presenti otto pregevoli dipinti, all’interno di nicchie che richiamano lo stile architettonico delle sei finestre e il decoro delle vetrate.
La Cappella è impreziosita da sedici sculture di angeli in stucco e circondata da sedici lampade votive in ottone dorato, realizzate in stile gotico nel 1920 dalla ditta Bertarelli di Milano. Le lampade furono donate da devoti di varie parti d’Abruzzo e anche di Roma, Milano, Lucca, Assisi (PG), Treia e Morrovalle (MC). La magnifica cancellata, finemente lavorata in ferro battuto e decorata con temi architettonici gotici, è stata realizzata nel 1919 dalla ditta Matteucci di Faenza (RA).
La Cappella del santo venne solennemente inaugurata il 22 febbraio 1920, pochi mesi prima della canonizzazione di San Gabriele (13 maggio 1920). In quella occasione il corpo di San Gabriele fu posto nella statua giacente di metallo argentato realizzata dallo scultore Guido Galli di Roma e poi deposta nella nuova urna in metallo, in raffinato stile gotico, con intarsi di marmo e bassorilievi in argento, scolpita a Roma e donata da padre Luigi Besi, postulatore generale dei Passionisti.
Alla costruzione della Cappella hanno collaborato numerosi devoti, i cui nomi sono incisi in targhette in ottone lungo l’intero perimetro della Cappella. In particolare si notano i nomi di vari alpini reduci della prima guerra mondiale e di Michele Possenti, fratello maggiore del santo. Nel corso degli anni la Cappella è stata parzialmente restaurata, soprattutto in occasione di infiltrazioni d’acqua.
In oltre cento anni di storia la Cappella è stata visitata da vari milioni di pellegrini, ha visto lo svolgimento di numerose celebrazioni liturgiche e di migliaia di matrimoni.
Per cui, dopo un secolo di vita la Cappella necessitava di un restauro completo per riportare al primitivo splendore i preziosi dipinti, i marmi policromi, le sculture e gli stucchi (offuscati dai fumi delle candele e in parte deturpati dall’umidità e dal continuo flusso di milioni di pellegrini). Si è resa poi necessaria anche la messa in sicurezza sismica della cupola della Cappella, lievemente danneggiata dal terremoto del 2016.
I lavori di ripristino statico (cerchiatura in acciaio e fibra di carbonio della cupola) e di restauro delle superfici pittoriche sono stati eseguiti nel 2023/2024, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni ambientali, architettonici, storici d’Abruzzo, realizzati dalla ditta Polisini Group di Montorio al Vomano (TE), sotto la direzione dell’ingegnere Piergiuseppe Lenzi di Montorio al Vomano, dell’architetto Antonella Scarponcini di Atri (TE) e la supervisione dell’Ufficio tecnico del santuario.
Il restauro dei dipinti e delle sculture è stato eseguito dal restauratore Corrado Anelli di Teramo, che in alcuni mesi di lavoro, con vera maestria, ha riportato all’antico splendore tutto l’interno della Cappella.
Ora il tutto è impreziosito dal nuovo impianto illuminotecnico eseguito, su progetto della Falone Engineering di Teramo, con nuovi corpi illuminanti a led della ditta iGuzzini illuminazione di Recanati (MC).
Al finanziamento dei lavori di restauro della Cappella del santo hanno inoltre collaborato numerosi devoti del santo. A tutti coloro che hanno contributo a restituire ai pellegrini un capolavoro di fede, arte e devozione va il sentito ringraziamento dei passionisti confratelli di San Gabriele.