L’OBIETTIVO INIZIALE ERA DI SENSIBILIZZARE GOVERNI E CITTADINI SU ARGOMENTI SPECIFICI COME AD ESEMPIO LA TUTELA AMBIENTALE, DEGLI ESSERI UMANI O IL RICORDO DI EVENTI DRAMMATICI. IL CONTINUO INCREMENTO DELLE GIORNATE NEL CORSO DEGLI ANNI, PERÒ, RISCHIA DI ANNACQUARE IL VERO SIGNIFICATO.
Mentre scorrete queste umili note, in qualche parte del mondo e della nostra Italia è in corso la celebrazione per ricordare qualcosa. Che sia la Giornata della Terra (22/4), della Memoria vittime dell’Olocausto (27/1) o dei Diritti umani (10/12) oppure del passero (20/3), dei mancini (13/8, e i destri?) o del gabinetto (11/2), seriose organizzazioni governative e addirittura dell’Onu hanno concesso il loro imprimatur. Tutte celebrazioni che hanno pari dignità. Decise al termine di un iter lungo, tortuoso e laborioso che sovente non conduce al traguardo desiderato. Fino a ora, per esempio, a fronte di decine di migliaia di richieste di riconoscimento avanzate da associazioni, singoli cittadini, ma anche enti pubblici e addirittura Stati, solo poche hanno tagliato vittoriosamente il traguardo. Circa 200 per le mondiali, 160 – o giù di lì – per quelle nazionali (numeri destinati a crescere).
Per leggere l’articolo completo abbonati a L’ECO di San Gabriele. In edizione Cartacea o Digitale.