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“NON CHIAMARLA ALESSANDRA, CHIAMALA STELLA”

Sono Lucia nata a Mede (PV), dove sono vissuta fino a 25 anni insieme a mia sorella; nel 2004 ci siamo trasferite a Giulianova (TE), dove era nato mio padre. Siamo entrambe infermiere. Questa è la mia testimonianza. Era la sera del 9 aprile 1983, con mio padre ritornai a casa, dopo essere stata in ospedale dove mia mamma stava per partorire mia sorella. Io avevo appena 6 anni. Con mia mamma avevamo deciso, nei mesi precedenti, due nomi; il secondo, Alessandra, lo scelsi io. Ma quella notte mi venne in sogno un giovane, dal volto adolescente, vestito di nero e avvolto da una luce tenue, che mi disse: “Non chiamarla Alessandra, chiamala Stella”. Ricordo che lo guardai stupita e la mattina seguente mi svegliai in uno stato di pianto costante. Mio padre, non riuscendo a rincuorarmi, decise di portarmi in ospedale per soddisfare la mia richiesta di cambiare nome alla mia sorellina. Io ebbi pace solo quando venne l’infermiera con un grande libro dove si apponevano i nomi dei bimbi nati e quando mi confermò che aveva scritto Stella.

Alcuni anni dopo con la mia famiglia ci recammo al santuario di San Gabriele e riconobbi il giovane apparso in sogno: era san Gabriele. Capii che mia sorella era protetta da lui, visto che il suo nome lo aveva scelto lui. Ma la cosa più singolare fu che avendo avuto un figlio sette anni fa, mia sorella lo chiamò Gabriel e io rimasi stupita da questa coincidenza, ma non le dissi nulla. Solo tre anni fa le svelai il mio sogno. Mio nipote ebbe poi un grave problema di salute e solo dopo il suo miglioramento riparlammo di questo evento. Ogni anno ci rechiamo al santuario per il legame che ci lega al santo e quel sogno è sempre vivo nei miei ricordi.