Intro alle Lettere

Sono solo quarantuno le lettere che possediamo, cinque scritte da studente liceale a Spoleto, le altre da novizio o studente passionista, e racchiuse nel breve arco di tempo che va dal 1854 al 1861.

Si tratta di lettere confidenziali in cui traspare tutto l’affetto per i familiari con la sua sollecitudine per il loro bene spirituale.

Nelle sue lettere, confratel Gabriele dell’Addolorata, deve continuamente tranquillizzare il padre circa la sua salute, manifestando nello stesso tempo la sua straripante gioia per la scelta fatta. Raccomanda la liberalità con la servitù e la sensibilità verso i poveri, la tenera devozione alla Madonna, la ricerca della volontà di Dio. Ma si preoccupa anche di non apparire come uno che fa la predica.

Con il passare del tempo le sue esortazioni a fuggire la superficialità e la vita mondana si fanno sempre più accorate. Gli eventi lieti o tristi della vita non turbavano mai la serenità del santo, abbandonato alla volontà di Dio e riparato sotto il manto della Vergine Addolorata: “Iddio così vuole, così voglio anch’io”.

Qui troverete l’immagine fotostatica – in tutte le sue parti – delle lettere custodite presso l’archivio del Santuario. Forse, infatti, vedere la grafia del giovane santo, più ancora della trascrizione, ci aiuta a sentire questi insegnamenti come rivolti a ciascuno di noi. E a sentire rivolta a noi anche l’esortazione e il saluto al fratello Michele che – nella lettera di addio – invita a volersi aprire ad orizzonti più vasti e  saluta con il benedicente augurio “La pace sia con te“.

 

 

22 Agosto 2024