Lettere

Lettera 2

All’Ill.mo Sig.re Proñe Col.mo
Il Signore Avvocato Sante Possenti
Assessore Legale in Spoleto

Car.mo Padre

Morrovalle, 23 ottobre 1856

Sono a rispondere con la presente alla vostra carissima del 24 settembre, la quale mi fu di sommo piacere sia per le vostre buone notizie come ancora perché vi portavate in Terni per qualche giorno, per combinare gli affari di casa.

La contentezza e la gioia che io provo entro queste sacre mura è quasi indicibile, a paragone dei vani e leggieri passatempi mondani che si gustano nel mondo. Assicuratevi pure, o papà mio, e credete ad un figlio vostro che vi parla col cuore alle labbra, che non baratterei un quarto d’ora di stare innanzi alla nostra consolatrice e speranza nostra, Maria santissima, con un anno e quanto tempo volete con gli spettacoli e divertimenti del secolo.

Voi mi dite che io vi debba scrivere due volte il mese; ma questo è impossibile atteso che qui non si usa scrivere così spesso. Ma non dubitate, ché mi assicura il Padre Maestro che oltre al consueto, se io sarò incomodato da qualche cosa od avrò a farvi sapere alcunché, non mancherà di darmi licenza onde io scriva. Del resto, assicuratevi pure che io sto benissimo, e che al bisogno non mancherei di scrivervi. Scrissi a Teta7 [così chiamava la sorella Teresa], la quale mi dice che è stata contenta e che sta benissimo unitamente alla famiglia.

Gradirei che faceste avere 3 paoli [i paoli erano l’equivalente di 10 baiocchi. Con un paolo, al mercato si compravano 10 carciofi] ad Avanzi, un papetto [un papetto era l’quivalente di due paoli. Con un papetto, al mercato si acquistava mezzo chilo di pesce pregiato] a quella donna da cui posavamo le gabbie in tempo di caccia, ed un mezzo paolo alla cosiddetta appigionante, e 3 paoli in casa Sabbioni, per terza persona, per fini miei particolari. Quello dei fratelli che avrà ricevuto qualche cosa appartenente a me, mi raccomando a lui ricordandogli qualche poveretto. Dite ai fratelli che a me il leggere qualche libro prestatomi non mi è stato del tutto utile; e ciò loro serva di norma!

Il giorno 16 di novembre si celebrerà da noi la festa del beato Paolo [è san Paolo della Croce, fondatore dei passionisti, all’epoca beato]: non mancherò di raccomandare tanto a lui, al Signore ed a Maria SS.ma voi, i fratelli, Pacifica ed i nostri defunti. Altrettanto desidero che facciate voi.

Datemi nuove di Gigio e se è andato a Lucca. Michele quando partirà per Roma? Dite a Cencio e ad Enrico che studino. Ormai le vacanze sono terminate; tutto finisce; ora si diano di cuore allo studio, e riflettano che è un dovere dello stato e se ne troveranno contenti un giorno.

Ora siamo 11 novizi, e Dio faccia che un giorno abbiamo ad essere 11 professi. Dite ai fratelli che se vi è rimasto alcun Gesuita dell’anno scorso o venuto alcuno nuovo di mia conoscenza me lo salutino,e gli dicano che mi raccomando alle loro orazioni; di più domandino dove presentemente si trovino i Padri Bompiani, Tedeschini, Casanova, ed Oreglia, ché bramerei saperlo. Salutatemi i Padri Filippini, Sparvoli, Speranza ambedue canonici.

La mia salute è in ottimo stato così mi lusingo sia di voi tutti. Ricevete i miei saluti unitamente a quelli dell’ottimo Padre Rettore e Vice Maestro, ed implorando la vostra santa benedizione, mi dico

vostro affezionatissimo figlio
Confratel Gabriele dell’Addolorata

P.S. Come sta il povero Spada? Salutatemi il padre ed il canonico. Se aveste da portarvi da monsignor Arcivescovo, me lo riverirete tanto, unitamente a Costa, raccomandandovi caldamente di pregar tutti di volermi raccomandare al Signore ed alla SS.ma Icone.