Lettere

Lettera 1

Carissimo Padre

Morrovalle, 15 settembre 1856

Il giorno è giunto. L’onnipotente Iddio da gran tempo mi aspettava ed io ingrato faceva il sordo divagandomi ed offendendolo nel mondo, ma l’infinita misericordia di Dio ha saputo ben disporre le cose ed io oggi, giorno di Maria santissima addolorata, nostra protettrice e madre, con inesprimibile contento ho indossato questo sacro abito religioso assumendo il nome di Confratel Gabriele dell’Addolorata.

Io fino ad ora, papà mio, non ho avuto il minimo che di disaggradevole tanto riguardo alla religione quanto alla mia vocazione. Oh, assicuratevi pure che a colui che Iddio chiama alla religione gli fa un gran favore che non si potrà mai adeguatamente intendere! Quanto bisognerebbe star guardingo nel mondo per vivere da buon cristiano!

Vi prego che mi facciate la carità di fare avere alla famiglia Spada quattro o cinque paoli per terza persona in contraccambio di due libri che mi aveva prestati, uno dei quali mi cadde nel loco l’altro lo diedi via, e di un compasso che mi aveva prestato che trovai rotto in casa.

Vi domando perdono, papà mio, di tutte le disubbidienze e dei disgusti troppo grandi che vi ho dati; perdonatemi se qualche volta ho dato via qualche cosa di casa o me la sono appropriata. Lo stesso dico ai fratelli ed a Pacifica, la quale mi perdonerà se io qualche volta l’ho maltrattata. Prendano esempio da ciò i fratelli, e non vogliano credere che io faccia per ostentazione o per qualche devozione o altro fine, perché davanti a Dio si esamina tutto, e non sono queste cose da dormirci sopra.

Fratelli miei, siate buoni, non fate inquietare il povero papà che non lo merita, amatevi scambievolmente. Michele mio, fuggi i cattivi compagni che sono la nostra eterna rovina; lo so io di quanti peccati siano la cagione perché l’ho sperimentato sopra di me ed ora comincio a conoscere quanto si dovevano apprezzare i consigli di papà e dei superiori. Enrico mio, Cencio [così chiamava il fratello Vincenzo] mio, lo stesso dico a voi altri, di più studiate e andate sempre insieme, in una parola fate quello che papà vi dice, e sarete benedetti da Dio e da Maria santissima.

Io non ho preteso fare da predicatore o da consigliere perché ne ho più bisogno di voi, ma da buon fratello. Raccomandatemi e fatemi raccomandare al Signore e alla Madonna, che io non mancherò di fare lo stesso per voi e per tutti i nostri defunti. Ricevete i saluti dei miei ottimi Padri Maestro e Vice Maestro unitamente ai miei, salutatemi i Gesuiti, Filippini nonché tutti quelli che domanderanno di me, ed implorando la vostra santa benedizione, o papà mio, mi dico

Vostro aff.mo figlio
Confratel Gabriele dell’Addolorata Passionista