miracoli

Professione artista di strada

L’arte dei murales ha portato vita a borghi destinati all’oblio

Da imbratta muri ad artisti di strada, da fenomeno antropologico-sociale ad artistico tout-court. È l’evoluzione che, dagli anni ottanta ad oggi, ha segnato l’attività della pittura murale nelle Marche da diventare ora, nell’ immaginario collettivo, espressione d’arte con la “a” maiuscola. Il settore ha concretizzato delle vere e proprie firme da travalicare anche i confini nazionali. L’anconetano Giacomo Bufarini, 45 anni, noto come “Run”, è uno di questi. Per acquisire una maggiore visibilità internazionale ha aperto una sede a Londra. Sue opere si trovano in Europa, Asia e nel Senegal e la prossima tappa sarà in Cina. L’estate l’ha trascorsa nella sua terra d’origine per adempiere a due commissioni sottoscritte con i Comuni di Ancona e di Falconara Marittima: per il primo ha decorato le facciate dei due imbocchi della galleria del Risorgimento con un progetto in cui elementi identitari della storia della città si mescolano con suggestioni dell’autore. L’altra realizzazione ha riguardato le mura perimetrali del cimitero.

Di questa forma d’arte quasi nessuna traccia è rimasta degli anni Ottanta, cancellati dal tempo o da vernice più fresca. Del resto nessuno considerava le “tag” delle opere d’arte, neppure coloro che le tracciavano. Venivano interpretate come sfoghi di gioventù cui si metteva mano di ritorno da gite scolastiche e viaggi all’estero o ispirati dai film. L’evoluzione si è avuta con la seconda generazione di writer, a partire dal Duemila, quando prende consapevolezza l’importanza di questa forma espressiva e si comincia ad associarla all’arte, soprattutto nelle forme e negli stili.

Per gli amanti dei murales, Sara Boccolini, attraverso il sito della Regione Marche dedicato ad una faccia del turismo, indica cinque tappe imperdibili. Partendo da nord il viaggio, alla ricerca di colori sgargianti e di contorni affascinanti, ci porta, nel pesarese, a Mondolfo e precisamente nel centro storico del paese che, dall’estate 2020, si è trasformato in un percorso permanente di arte urbana che ripercorre le memorie storiche e sociali del centro. “I colori accesi delle opere – dice la Boccolini – ti entrano nell’anima dando nuova vita ai luoghi”. Fotografie del maestro Mario Giacomelli completano poi gli spazi come delle silenziose istallazioni che raccontano una storia.

Segue la tappa di Ancona dove il quartiere di Capodimonte è stato riqualificato grazie ai murales e dove la manifestazione “Ancona crea” rinnova, dal 2015, il quartiere rendendolo sempre più allettante. Nella zona di Fabriano, a Cacciano, il paese da oltre venti anni offre le facciate delle case agli artisti di strada dando così nuova vita all’abitato evitandogli la caduta nell’oblio grazie alla presenza dei turisti. I soggetti scelti presentano scene di vita contadina, abitanti veraci, meravigliosa natura ed animali selvatici. Famosa è “La Vergara”, un’opera alta sette metri, realizzata da Federico Zenobi, che rappresenta una donna mentre si prende cura dei suoi fiori. Braccano, frazione di Matelica abitata da 90 persone, nel maceratese, è considerato il paese dei pittori all’aperto per eccellenza. Qui la pittura decorativa è stata firmata dagli studenti delle Accademie di belle arti di Milano, Urbino e Macerata e da artisti internazionali che si sono impegnati per regalare al borgo un luogo fiabesco e colorato. Infine a Civitanova Marche più di cento artisti italiani si sono esibiti in un’area di tremila mq per un recupero urbano ideato da Giulio Vesprini intitolato “vedo a colori”. Giallo, rosso e azzurro ridonano animazione a un ambiente grigio e a uno spazio piatto, dal porto alla città. Vivere a colori vuol dire rendere ogni giornata unica e infinitamente piacevole. Da non trascurare, infine, al molo sud di San Benedetto del Tronto, il museo sul mare. Inaugurato nel giugno 2012, ospita 145 opere d’arte, di cui 10 grandi murali di 12 mq l’uno.