miracoli

MOSTRI

Traduzione di Sara Prencipe Altrecose – pp. 320, euro 20,00

“L’artista deve fare in modo che la posterità creda ch’egli non abbia vissuto”. Flaubert risolve così la spaccatura tra opera d’arte e artista, affidando esclusivamente alla prima la sopravvivenza nel tempo. All’indomani dell’uscita della sua Madame Bovary, il maestro del realismo francese fu accusato di immoralità proprio perché il suo capolavoro, agli occhi della borghesia di metà Ottocento, pareva immorale. È difficile aggirare l’identificazione tra creazione e creatore, ancor più quando a mettersi in mezzo sono i comportamenti discutibili o, in alcuni casi, criminali, di quest’ultimo.

Questo è il tema di fondo di Mostri, il fortunato libro di non-fiction firmato Claire Dederer e pubblicato in Italia dal giovanissimo marchio editoriale Altrecose (nato dalla collaborazione tra Il Post e Iperborea). Le origini del volume risalgono al 2017, quando un saggio dell’autrice intitolato What do we do with art of monstrous men? aprì un dibattito che oggi, se possibile, si presenta ancora più aperto. Come cambiano i nostri sentimenti verso un’opera quando scopriamo che il suo autore è un “mostro”? È moralmente giusto continuare ad amarla allo stesso modo? A queste e altre domande Dederer non dà una risposta netta; le rivolge piuttosto al lettore, come accadrebbe in una chiacchierata faccia a faccia.

I capolavori di Hemingway, Picasso, J.K. Rowling, Polanski e altre forme di genialità (sorprendono le dimensioni “mostruose” della lista) pongono i fan davanti a una scelta; da un lato aggrapparsi all’opera nuda e cruda, come fosse piovuta dal cielo in una lettera anonima in bottiglia; dall’altro prenderne le distanze, per non sentirsi complici di un sistema davanti a cui voltare lo sguardo è impossibile. Nonostante gli esempi non siano sempre pescati dall’attualità, i temi trattati sono quelli del quotidiano: dalla giustizia sociale al movimento #MeToo, dall’ambiguità della cancel culture alla ricerca di un terreno comune su cui stabilire dei principi di morale. E poi l’irrazionale, “il problema”, per dirlo con le parole dell’autrice, “di amare qualcuno che ha fatto qualcosa di tanto orribile”.

Un problema che intossica la nostra società più di quanto ci piaccia ammettere.