Uno dei mali più frequenti che allontanano le persone dall’informazione è la spettacolarizzazione. La tendenza dei media a enfatizzare, esagerare o drammatizzare eventi con l’obiettivo di attirare l’attenzione del pubblico. Tutto il contrario di quello che accade. Questa deleteria pratica del giornalismo è spesso guidata dall’interesse a ottenere più audience, click o vendite, piuttosto che fornire una rappresentazione equilibrata e accurata dei fatti. Notizie presentate in modo esagerato, con titoli allarmistici e immagini forti, per suscitare emozioni immediate, come paura o indignazione. Facciamo qualche esempio preso dai giornali on line abruzzesi.
“Branco di lupi si aggira alla periferia del paese. Paura tra gli abitanti”. Ci sarebbe da chiedere a chi ha fatto questo titolo quando mai abbia visto in Abruzzo un lupo che abbia aggredito una persona o addirittura un branco abbia minacciato un’intera popolazione. Per non parlare degli orsi, cosiddetti confidenti. Quei mammiferi che, alla ricerca di cibo, entrano nelle periferie dei paesi per rovistare nei cassonetti o fare qualche incursione nei pollai dei casolari. Se vittime si registrano sono nell’ordine di qualche gallina. Mai visto in Abruzzo un orso che abbia minimamente sfiorato una persona. Eppure, nonostante tutto, per qualche organo di informazione, l’orso avvistato nelle vicinanze di qualche centro abitato costituisce motivo di allarme. E giù con titoli allarmistici. Senza tenere minimamente conto che la ripetizione continua di notizie negative contribuisce a creare una percezione distorta della realtà, facendo sembrare questi animali più pericolosi di quanto non lo siano realmente.
Gli effetti negativi di questa spettacolarizzazione oltre ad alimentare la paura può spingere al cinismo e spesso alla violenza contro questi animali che paradossalmente rappresentano i simboli stessi delle attrattive turistiche dell’Abruzzo. Per contrastare questo distorsivo fenomeno dell’informazione, soprattutto dei giornali on line, più portati alla ricerca smaniosa di qualche click in più, costi quel che costi, ci sarebbe bisogno di una inversione di tendenza. Promuovere un’etica dell’informazione che metta al centro di tutto la verità o quantomeno la ricerca dell’obiettività. Ma perché questo accada occorre prima di tutto la capacità di comprendere i fatti, ma senza le necessarie competenze sarà piuttosto difficile. Non è corretto demonizzare questi animali come predatori pericolosi per l’uomo, ma è altrettanto importante riconoscere che i comportamenti di orsi e lupi dipende da vari fattori. La convivenza con queste specie può essere gestita tramite una corretta educazione mantenendo le distanze di sicurezza e rispettando il loro habitat. Non è concepibile, come è accaduto, che incontrando un orso si possa pensare di farsi un selfie scatenando una reazione difensiva dell’animale e poi raccontare di aver rischiato la vita per la sua aggressività e ferocia. Queste persone dovrebbero stare a casa. È meglio per tutti.